Eucharistic Reflection - Why Is Jesus on His Eucharistic Throne?


(Photo©Michael Seagriff)
"Jesus is not on His Eucharistic throne to receive the adoration of the angels and to enjoy the company of the blessed. These He finds in heaven. But He is on His Eucharistic throne to receive your adorations, to listen to your confidences, and to console and alleviate your sorrows and trials." 

Father Jose Guadalupe Trevino - The Holy Eucharist

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  1. «Un giorno, mentre un monaco stava celebrando la Messa nella Chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano a Lanciano, venne colto dal dubbio circa la reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino. Le fonti dell’epoca non hanno tramandato l'identità del sacerdote, specificando solo che si trattava di un religioso di rito bizantino appartenente all'ordine dei basiliani.
    Un documento del 1631 descrive il sacerdote in questione come “non ben fermo nella Fede, letterato nelle scienze del mondo, ma ignorante in quelle di Dio; andava di giorno in giorno dubitando se nell’ostia consacrata vi fosse il vero Corpo di Cristo e così nel vino vi fosse il vero Sangue”.
    Dopo che ebbe pronunciato le parole della consacrazione, secondo quanto è stato accertato da molti testimoni e tramandato dalla tradizione, l’ostia si trasformò in un pezzo di Carne sanguinante, mentre il vino si tramutò in Sangue, successivamente coagulatosi in cinque grumi di diverse dimensioni. Il sacerdote diede allora notizia ai fedeli presenti in Chiesa di ciò che era accaduto e tutti videro il miracolo.
    L’Ostia, costituita da una membrana di carne tondeggiante di colorito giallo-bruno-marrone, con ombreggiature di maggiore intensità, presenta un ampio foro centrale: alcuni ritengono che si sarebbe formato quando la Carne, seccandosi, si sarebbe ritirata lacerandosi nel mezzo, non potendosi restringere perché era stata inchiodata a una tavoletta (come testimoniato dai forellini dei chiodi, tuttora visibili).
    Il Sangue, invece, è coagulato in cinque grumi di colore marrone terreo, in diverse forme e dimensioni. Nel corso dei secoli le reliquie furono più volte esaminate. Durante la prima ricognizione, effettuata nel 1574 dall’arcivescovo Gaspare Rodriguez, fu constatato che il peso di ogni singolo grumo di sangue equivaleva al peso dei cinque grumi insieme.
    Nel novembre del 1970, dietro richiesta dell’arcivescovo di Lanciano, monsignor Pacifico Maria Luigi Perantoni, e del superiore provinciale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali della regione Abruzzo, padre Bruno Luciani, i frati francescani di Lanciano, che custodivano le reliquie, decisero, con l’autorizzazione del Vaticano, di farle sottoporre ad analisi medico-scientifiche.
    Il compito venne affidato al dottor Odoardo Linoli, primario del laboratorio di analisi cliniche e di anatomia patologica dell'ospedale di Arezzo -ordinario di anatomia, istologia, chimica e microscopia clinica- e al dottor Ruggero Bertelli, ordinario di anatomia all'Università degli Studi di Siena.
    Il 4 marzo 1971 fu presentato uno studio dettagliato sulle analisi eseguite, dal titolo Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla Carne e sul Sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano, nel quale il professor Linoli afferma che:
    La Carne “si dimostra appartenente al miocardio”.
    Il Sangue “è risultato veramente tale”.
    La Carne e il Sangue sono di natura umana e appartengono all’emogruppo AB.
    “Nel liquido di eluizione del Sangue sono state dimostrate le proteine, frazionate nei rapporti percentuali che si hanno nel quadro siero-proteico del sangue fresco normale”.
    “Il Sangue ha dimostrato riduzioni quantitative dei cloruri, del fosforo, del magnesio, del potassio e del cloro, ma in misura non molto dissimile rispetto ai campioni di sangue umano normale, essiccati”.
    Il gruppo sanguigno AB è lo stesso della Sindone».

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